In viaggio off-road con l'Aprilia Tuareg 660 gioie e dolori di una scelta
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L'Aprilia Tuareg 660 è una delle pochissime moto bicilindriche con cui fare del vero off-road, o viaggi avventura.
Certo oggi la moda è quella dei mega serbatoi e off-road con moto da 300 kg, che poi si traduce tutto nell'uscita con gli amici su asfalto e con gli ultimi 100 metri di strada bianca per arrivare al ristorante.
Per fare off-road servono moto leggere e reattive ed anche l'ottima Tuareg 660 in off-road è tranquillamente superata da una moto da enduro di 450cc ed anche meno ...
Però la Tuareg 660 ha molti pregi e qualche difetto, che non è l'ammortizzatore posteriore, il mantra social creato dai soliti leoni da tastiera e con ben pochi rifeirmenti oggettivi.
L'ammortizzatore della Tuareg 660 non sarà il top del top, ma non è per nulla inferiore ad altri ammortizzatori di primo equipaggiamento su moto similari dal costo anche di molto superiore.
Poi il vero off-road come la pista per le moto da strada, lo si fa con sospensioni settate a punto per il proprio stile di guida, revisionate da un tecnico.
Per divertirsi quelle di serie vanno fin troppo bene: "prima di chiedermi due click in più in compressione, vedi di battere il mio tempo con la tua stessa moto" disse un campione al suo allievo ...
Come dire che spesso prima di chiedere modifiche si dovrebbe sfruttare a fondo quello che si ha e che sulla Tuareg non è secondo a nessuna altra moto in commercio di pari categoria.
Poi altro problema sono il costo dei ricambi, ma questo è un problema a tutte le enduro bicilindriche, non ci sono plastiche di ricambio aftermarket, una mancanza per tutti.
Soluzioni?
1 - lamentarsi sui social
Oppure:
1 - acquistare delle ottime protezioni per serbatoio e motore, oramai il mercato è pieno anche per la Tuareg.
2- togliere subito gli elementi originali che si possono rompere (indicatori di direzione, specchietti, cupolino, ecc), sostituendoli con altri più economici e di facile reperibilità.
In off-road sono da togliere anche le pedane del passeggero, ingombrano e sporgono, danno fastidio.
Poi sarebbero da sostituire gli pneumatici con altri migliori per l'off-road.
Bandito il trittico di borse in alluminio ...
Poi un accurato set-up delle sospensioni, in base al proprio stile di guida, non serve un preparatore, solo regolare precarico, estensione e compressione idraulica.
Niente accessori inutili, videocamere ed altre fesserie.
Una moto quasi perfetta per lunghi giri in off-road su strade anche con tratti difficili, ma cercando di evitare vere mulattiere, meglio strade interpoderali, sentieri carrabili, strade in terra battuta.
Ci sono in tutta Italia, tanto che nel nostro tour abbiamo incontrato diverse Tuareg 660, a dimostrazione che chi vuole fare off-road sceglie certe moto e non altre.
No, non la trovate sui passi di montagna più gettonati, davanti a lungomare più rinomati o ai lounge bar più esclusivi.
Ma se c'è un bel percorso off-road alla portata di una enduro bicilindrica allora scoprirete che la Tuareg 660 è tutto che una moto poco diffusa, sicuramente poco diffusa tra la massa, ma non tra gli enduristi.
Così potrete anche scoprire i migliori meccanici e i migliori accessori per la Tuareg 660.
Non è vero che sulle Aprilia nessuno ci sa mettere mano, solo che il meccanico bravo non lo trovi sotto casa, non è uno scooter ...
Ma i meccanici bravi sulle Aprilia sono veri maestri, artisti della meccanica.
Per nulla costosi.
Altro problema inesistente, la Tuareg 660 consuma olio!!
Forse in passato ci sono stati dei problemi, ma oggi la moto è più che affidabile, nel nostro test non abbiamo avuto problemi, pur tenendo sotto controllo proprio il consumo d'olio.
Una moto che non è per tutti, questo si.
Qui si sentono le vibrazioni, il vento, il rumore del motore e del cambio, la zavorrina non ha nulla a cui appigliarsi ...
Però quando dai quella manata di gas sembra di essere su di una enduro pro ...
Quando spalanchi il gas in mezzo ad un sentiero capisci che questa moto è un anello di congiunzione tra una enduro pro 450cc ed una bicilindrica ingombrante e pesante.
Arrivi là dove altri non vanno, corri a velocità che altri non raggiungono, pur con il doppio dei cavalli.
Una moto ottima se portata là dove è nata, in off road.
La Tuareg, sin dalla sua progenitrice di 125cc, è stata sempre così.
La Tuareg 660, non ha solo il nome della progenitrice, ma ha proprio il DNA.
Una moto ottima, concreta, competitiva.
Per questo non è diffusa.
Se avete altre curiosità o dubbi scrivete a: salvatelliluca @ hotmail.com