Non che qualcuno avesse dubbi, però per scaramanzia la parola vincere non era mai venuta fuori in questi giorni, se non quando si parlava di prove speciali. Alessandro Botturi con la sua Yamaha ha vinto l'undicesima edizione dell'Africa Eco Race e arriva a Saint Louis con un vantaggio di 4'54” sul suo nemico numero uno di questa competizione, Pal Anders Ullevalseter. Un distacco minimo che la dice lunga sulla tipologia di gara, sulla battaglia fra i due piloti, e soprattutto sulla forza di Alessandro che ha dominato questa AER dall'inizio alla fine, vincendo da subito la prima prova speciale, il primo gennaio, e sistemandosi comodamente in una prima

posizione che non ha poi mai lasciato.

E Ullevalseter ha provato in tutti i modi a vincere, anche stamattina. “Ulleval è partito fortissimo e ha imposto subito un ritmo molto elevato. Me ne sono accorto appena mi ha raggiunto (Botturi partiva due minuti prima del norvegese). Sono andato forte anche io e ho preso un sacco di rischi. La mia Yamaha si è imbarcata più di qualche volta e ho rischiato anche di sbagliare l'ultima nota da quanto andavamo forte. Ho preso più rischi in questa speciale che in tutto il rally”.

Ulleval vince la tappa rifilando 2'14” a Botturi, secondo, che quando si toglie il casco, davanti agli applausi dei giornalisti presenti, si emoziona. Dice poche parole e il primo pensiero è per sua mamma, che lo ha lasciato tre mesi fa “Non pensavo di sentire così tanto la sua mancanza – confessa Bottu – e invece ogni giorno la sento sempre di più”.

Si emoziona davanti a tutti e abbassa gli occhi mentre con un filo di voce chiede scusa ai presenti perchè quasi non ha la forza di alzare le braccia al cielo. Poi dopo qualche minuto ritrova la serenità e conferma “Ero partito per vincere, ma non volevo parlarne, per scaramanzia. Però il mio obiettivo era quello. Devo ringraziare tantissime persone per questa vittoria che dedico interamente a mia mamma. Devo dire grazie ai miei sponsor storici che mi hanno sempre sostenuto, credendo in me fin dai tempi dell'enduro”. Li nomina uno per uno e poi dedica un pensiero ai suoi meccanici, Massimiliano Sant che lo ha seguito in questa avventura e suo fratello Mauro Sant che ha preparato la moto: “Venivo da una serie di gare sfortunate alla Dakar e avevo davvero voglia di riscattarmi. E ancora una volta mi sono reso conto di come la fortuna sia fondamentale in queste gare. Adesso possiamo dirlo, tre giorni fa la moto ha avuto un problema che ha rischiato di farmi perdere la gara ma sono riuscito a far tutta la speciale senza la pompa dell'acqua perchè non girava la ventolina e ho dovuto fare grande attenzione alle temperature”. Ma se è vero che la gara è finita domani c'è ancora una speciale che non avrà validità per la classifica generale ma avrà comunque una sua classifica e i piloti sono già tutti in bagarre fra loro per quei 21 chilometri che partendo dal mare arriveranno al Lago Rosa.