TRANSANATOLIA RALLY 2019

La splendida cornice del Caravan Serraglio Lounge e Motorbike Atelier di Milano ha accompagnato la presentazione italiana del Transanatolia Rally 2019, la prima di un tour europeo che toccherà anche Parigi, Barcellona e l'Olanda per concludersi poi al Moto Days di Roma, a inizio marzo.

Davanti ad una platea di amici ed appassionati Burak Büyükpınar, che insieme a Orhan Çelen guida la TransAnatolia Sport Organisation, ha svelato la maggior parte delle novità di questa nona edizione del rally turco. Prima di tutto le date che tornano a fine agosto, dal 24 al 31 per la precisione e poi il percorso che su sette tappe ne presenta ben 4 completamente inedite. Dopo otto anni concentrati nella parte centrale del Paese quest'anno il Rally Raid partirà da Abant Gölü, splendida località a 150 chilometri da Istambul adagiata sul lago Abant e si sposterà con oltre 3000 chilometri di percorso verso Est. passando naturalmente dalla Cappadocia e l'Anatolia.

Come sempre la storia farò da sfondo a questa gara che ha fatto dell'hashtag #CorriCon il layout di quest'anno. Corri con la cultura, corri con la natura e non ultimo, corri con la storia. Perchè nuovamente per l'edizione 2019 il Transanatolia Rally attraverserà terre che sono state la culla della civiltà: i piloti oltre a sterrati, laghi salati e montagne vedranno i Mosaici a ciottoli dell'Antica Frigia, risalenti al 2000 a.C., le strade dei bazar Assiri di 6000 anni fa, i monumenti di Commagene del 200 a.C., patrimonio dell'Umanità Unesco e forse – il percorso è ancora in fase di studio – la città di Gobekli tepe che, riportata alla luce nel 1995, è ora al centro di importantissimi studi e scoperte dopo che nel 2017 l'università di Edimburgo ha ritrovato proprio qui la prova che una cometa colpì la Terra nell’11.000 a.C.

Gobekli Tepe è considerata il più antico osservatorio astronomico dell’umanità e gli scavi archeologici hanno portato in superficie dei bassorilievi su cui appare la narrazione di un cataclisma che ha sconvolto completamente la terra. Riportata da tutti i giornali internazionali la storia ha suscitato subito l'entusiasmo dei sostenitori della teoria secondo la quale antiche civiltà avanzate sono state distrutte da eventi catastrofici. In particolare una stele di Gobekli Tepe, chiamata «dell’avvoltoio», ha attratto l’attenzione degli scienziati scozzesi. Riproduce attraverso simbolismi animali una serie di costellazioni, indicandone la posizione nel cielo. Grazie all’aiuto di un computer, è stato possibile stabilire che le stelle si trovavano in quel punto esattamente nel 10.950 a.C., alla fine del Pleistocene. Altri bassorilievi riproducevano la caduta dello sciame di comete e un uomo senza testa indicava la perdita di molte vite umane.